Marco Brioschi Trio
Marco Brioschi si forma artisticamente presso il Liceo Musicale di Monza con lo studio del pianoforte classico, successivamente si dedica allo studio della tromba con vari insegnanti e quindi con il Maestro Emilio Soana, prima tromba dell’Orchestra RAI di Milano. Esordisce giovanissimo, durante i primi anni ottanta, nei locali Jazz dell’area milanese, suonando anche in formazioni di Jazz tradizionale; ha così inizio un periodo che lo vede collaborare con alcuni tra i più validi musicisti italiani.
Nel 1988 nasce il suo “Blue Jazz Quartet” del quale fanno parte Alberto Marchesini alla chitarra, Franco Finocchiaro al contrabbasso e Gianni Cazzola alla batteria. Il gruppo, che propone una selezione dal repertorio di Chet Baker, sostiene svariati concerti e si distingue particolarmente nell’ambito della partecipazione alla rassegna “Jazz per una Notte” tenutasi allo Shocking Club di Milano nel 1990.
Marco, che fino a questo momento suona esclusivamente la tromba, inizia ad affiancarle il flicorno.
Dal 1991 entra a far parte, in qualità di ospite esterno, dell’”Ensemble Mobile”, l’Orchestra dell’Associazione Musicisti di Bergamo (nella quale compare anche Gianluigi Trovesi).
Nel settembre dello stesso anno partecipa con il quartetto “Marco Brioschi Quartet”, insieme al fratello Paolo al pianoforte, Riccardo Fioravanti al contrabbasso e Giampiero Prina alla batteria, al Festival “Jazz in Italia” del Club Capolinea di Milano. Questa partecipazione diviene particolarmente significativa poiché, ricorrendo il ventennale della morte di Louis Armstrong, il festival è dedicato alla tromba proprio in memoria del grande musicista scomparso.
Sul mensile “Musica Jazz” del dicembre 1991 Claudio Sessa recensisce così la serata: “Marco Brioschi…dal trombettismo intenso e dolente, deve molto a Chet Baker ma già si muove su strade personali”.
Per restare in ambito critico, sul mensile “Ritmo” del febbraio 1992 Zino Cadini scrive di lui: “…vivissimo il ricordo di Chet Baker…Brioschi ha svolto il suo compito con scioltezza, come si conviene ad un musicista di razza”.
Negli anni successivi Marco Brioschi collabora intensamente con svariati musicisti italiani ed internazionali ed il suo cammino artistico prosegue per due percorsi paralleli che lo vedono da un lato stimato e richiesto come sempre in ambito jazzistico, dall’altro amato e corteggiato nel mondo della musica leggera da grandi personaggi che ne apprezzano il timbro suggestivo, il gusto melodico e la grande versatilità.